di Mario Cecarini ASTROPHYTUM Lemaire 1839A.
Cenni storici Varie vicende riconducono gli A. a sottogenere di Echinocactus (Schumann), quindi quale tribù delle Echinocactaneae (Britton & Rose), per poi essere inseriti nella VI tribù delle Notocacteae (Buxbaum). Nel 1922 Britton & Rose nella loro importante opera “The Cactaceae” elevarono finalmente Astrophytum al rango di genere.
Successivi e più approfonditi studi col microscopio elettronico a scansione sui semi ed esami sul DNA mettono in discussione la tesi di Buxbaum senza peraltro chiarire in modo definitivo la collocazione sistematica degli A. che attualmente appartengono alla sottofamiglia Cactoideae, tribù Cacteae. Morfologia Pianta solitaria, priva di getti, di forma globosa o colonnare, con un limitato numero di costolature più o meno prominenti. Corpo verde o glauco con la presenza tipica di sottili ciuffi bianchi (tricomi). Il fusto con l’età diventa marrone scuro a partire dalla base. I tubercoli sono assenti, mentre le spine, rigide o cedevoli, diritte o ritorte e intrecciate, sono presenti solo in A. capricorne e A. ornatum. Le radici si presentano fibrose, superficiali ed estese, fittonanti solo in A. asterias e in A. caput-medusae. I fiori, imbutiformi, diurni, compaiono all’apice della pianta, sono di colore giallo con la presenza o meno di una gola di colore rosso, l’antesi dura 2-3 giorni. Il frutto è per lo più secco, deiscente (si apre naturalmente), a rapida maturazione, presenta una forma globosa ed è fornito di peli. I semi, marrone scuro, si presentano lucidi e lisci con dimensione di 2-4 mm., germinano velocemente, la dispersione avviene ad opera delle formiche. Gli A. sono distribuiti dal Texas meridionale al nord ed al centro del Messico su suoli calcarei, montani e collinari. Specie riconosciute Astrophytum asterias (Zuccarini) Lemaire 1868 Astrophytum capricorne A. Dietrich) Britton & Rose 1922 Astrophytum myriostigma Lemaire 1839 Astrophytum ornatum (A.P. De Condolse) Britton & Rose 1922 A. asterias (foto T, Sciara) Astrophytum asterias (Zuccarini) Lemaire 1868 L’habitat è localizzato su terreni argillosi e pianeggianti degli stati messicani di Tamaulipas, Nuevo León e Texas (USA). Pianta globosa, solitaria, del diametro di 6-10 cm, alta 4-8 cm, fusto grigio-verde, seminterrato, cosparso di numerosi tricomi. Radice a fittone, carnosa, con sottili capillari. Presenta per lo più otto costolature con solchi poco evidenti, areole prominenti, assenza di spine. La fioritura avviene quando il fusto raggiunge il diametro di 3 cm, i fiori sono di colore giallo con gola rossa o arancione, hanno un diametro di 4-5 cm e spuntano dalle areole in prossimità dell’apice. Il frutto è una bacca globosa che a maturazione cade naturalmente dalla pianta. La specie, assai attraente e ricercata, è inclusa nell’Appendice I Cites.
A. capricorne (foto T, Sciara) Astrophytum capricorne (A. Dietrich) Britton & Rose 1922 Pianta globosa, solitaria, di colore verde vivo, lievemente colonnare da adulta, areole ovali, con habitat nel deserto di Chihuahuan, stato di Coahuila. Raggiunge l’altezza di 10-20 cm, è prevalentemente fornita di 8 o più costolature, a volte spiralate, di tricomi e di 15-20 spine brunastre, ritorte, lunghe anche fino a 10 cm. Fiore giallo di 5-6 cm con gola arancio, frutto deiscente rosso a rapida maturazione. Degne di nota sono le varietà aurum, crassispinum, minus, niveum, senile. A. myriostigma f. nudum (foto T, Sciara) Astrophytum myriostigma Lemaire 1839 La pianta ha una forma globosa che può raggiungere i 18 cm di diametro e,col tempo, i 25 di altezza, le costolature sono per lo più cinque (raramente sei), a forma triangolare, areole rotonde, spine mancanti, fiori gialli di 5-7 cm, frutto deiscente. L’habitat è situato fra i 1000 ed i 1200 mt a nord ed al centro del Messico, stati di San Luis Potosí e Tamaulipas, con predilezione per il deserto di Chihuahuan. Presenta fiori gialli del diametro di circa 6 cm e frutto verde deiscente. Questo cactus si presta ad assumere una grande varietà quanto a forme, numero di costolature e punteggiature, la qualcosa ha prodotto un gran numero di varietà, forme e cultivar, con la conseguenza di ingenerare confusione. Attualmente non sono accettati i taxa A. coahuilense, A. columnaris, A. potosinum, A. tulense, A. tamaulipense, tutti compresi in A. myriostigma. Occorre tuttavia osservare che A. coahuilense ha molte più affinità con A. capricorne v. senile che con A. myriostigma. La varietà nudum presenta corpo verde lucido, 5 costolature arrotondate senza tricomi, con habitat in alta montagna. A. ornatum (foto T, Sciara) Astrophytum ornatum (A.P. De Condolle) Britton & Rose 1922.
Pianta globosa, solitaria, che con gli anni diviene cilindrica, potendo superare anche un metro di altezza. Presenta un fusto di colore verde scuro, che con l’età diviene sugheroso, areole con lanuggine giallastra. Le costolature, a volte spiravate, sono per lo più 8, con spigoli acuti. Le spine, di cui una centrale e 5-10 radiali, sono robuste, di colore giallo, ma che col tempo possono divenire grigie o marroni. I fiori sono gialli, con un diametro di 6-8 cm, pistillo pure giallo, frutto deiscente. L’habitat è identificabile nel Messico centrale negli Stati di Queretaro, Hidalgo, Guanajuato, San Luis Potosí, lungo le ripide pareti assolate delle valli fluviali. Molti botanici ritengono di non dover attribuire ad A. ornatum v. mirbelii lo stato varietale, stante le scarse differenze con la pianta tipo, anche se geograficamente isolata dal punto di vista riproduttivo. A. caput-medusae Astrophytum caput-medusae(Velazco & Nevárez) D. Hunt 2002 Trattasi di specie nuova, solitaria, raramente cespitosa che può raggiungere i 20 cm di altezza, radice napiforme, carnosa, corpo privo di costolature, setoloso con tubercoli cilindrici o triangolari. Epidermide con verruche di colore verde glauco, fiori del diametro di 5 cm, frutto ovoidale, deiscente. L’habitat viene fatto risalire ad un pianoro, a circa 200 mt di altitudine, nello stato di Nuevo León. Non è ancora certa se l’assegnazione fatta da Hunt, sia giustificata rispetto quella originaria di Digistigma caput-medusae.
IBRIDI Il primo ibridatore di cui si ha notizia è l’abate francese Béguin che verso la fine dell’800 incrociò A. Myriostigma con Echinocactus ornatus ottenendone piante molto robuste. Nel corso del ‘900 sono stati diversi gli studiosi che si sono occupati di ibridazione. Nel 1925 O. Sadovsky sperimentò numerosi incroci fra specie diverse e nel 1927 H. Möller scoprì che gli incroci non riescono fra specie a gola rossa e a gola gialla, in quanto evolutesi su linee differenti. Dal 1927 al 1971 R. Gräser ottenne esemplari a tre costolature di A. myriostigma in grado di riprodursi per via ereditaria. Nel 1944 M. Megata ha condotto numerosi esperimenti seguendo criteri scientifici. Gli Astrophytum si ibridano fra loro con facilità e chiunque è in grado di farlo, ciononostante non si ha notizia di biridi naturali, forse a causa delle severe condizioni in cui queste piante vivono. Alla produzione di ibridi si sono dedicati con successo amatori giapponesi, che con tempo e costanza hanno ottenuto varietà particolarmente attraenti. Una di queste è la famosa Super kabuto, nome assegnatogli da Tony Sato, ottenuta da un A. asterias. Dalla semina di Super kabuto si ottengono piante Super Kabuto nella percentuale compresa fra il 25 e il 30. Altra cultivar assai nota e ricercata è la Onzuka, ottenuta da A. myriostigma. In tema di nomenclatura si scrive per primo il nome del soggetto che riceve il polline (pianta madre). Se si deposita il polline di un myriostigma sullo stigma di un ornatum, si ottengono piante a cinque costolature, operando in modo inverso il numero aumenterà. Gli A. asterias si possono incrociare con capricorne e coahuilense e viceversa, ottenendo spesso esemplari di aspetto molto gradevole specialmente con le II e III generazioni. Coltivazione La composta per Astrophytum ornatum e myriostigma può essere costituita dal 50% di lapillo vulcanico (2-4 mm.), 20% di terriccio universale, 30% di pozzolana, per gli altri giova un suolo ancor più mineralizzato; non utilizzare mai del terriccio vecchio. A causa della radice a fittone usare vasi più alti che larghi per A. asterias e A. caput-medusae, l’inverso per le altre specie. Poiché prediligono un pH elevato (8,5), si può annaffiare con acqua calcarea, o in mancanza aggiungere alla composta polvere di marmo o farina di gusci d’ostrica. Gli A. durante la cattiva stagione vanno tenuti rigorosamente a secco ad una temperatura di circa 6°C. Prestare attenzione alla cocciniglia radicale, ma soprattutto ai marciumi, alla eccessiva umidità ambientale ed ai gocciolamenti da condensa a volte presenti in serra. Un buon sistema per prevenire le malattie è quello di usare, all’inizio e alla fine del periodo di crescita, un fungicida tipo benomyl o similare. Concimare 2-3 volte l’anno, in fase di crescita, con concime poco azotato. Gradiscono il pieno sole e annaffiature abbondanti ma distanziate nel tempo. La specie più delicata è l’asterias. I semi di Astrophytum maturano velocemente e altrettanto velocemente germinano a circa 25°C. Hanno fiori ermafroditi, cioè presentano sia i caratteri maschili (stami) che quelli femminili (stigma), ma sono autosterili in quanto per ottenere la fecondazione e quindi produzione di semi, occorrono due piante non cloni fra loro. Al fine di accelerare la crescita si può ricorrere all’innesto, ma con l’avvertenza di affrancare la pianta dopo un paio d’anni.
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